Incipit
Pioveva e le gocce sul vetro del finestrino rendevano ancora più malinconico il grigiore delle pareti dei casermoni che si ergevano davanti. Cresciuti come funghi velenosi in quei prati dove, felici, correvano i bambini di un tempo ed oggi abitati da povera gente ammassata, frustrata dall’impossibilità di cambiare il proprio destino.
Lei mi aveva spezzato il cuore e con lei avevo perso tutto il futuro che si poteva vedere nei miei occhi, i miei occhi di bambino, ormai cresciuto e deluso dalla realtà. Una realtà diversa da quella che avevo sognato per me; una realtà crudele e senza luce.
Poche foto in bianco e nero sparpagliate sul tavolo, abbandonate nella casa dove avevamo vissuto per tanto tempo insieme. Poche foto a testimonianza di un tempo vissuto davvero e non solo sognato.
Era tutto finito e nessun altro progetto mi rimaneva da desiderare. Solo il rumore ritmico dei tergicristallo, lamentosa litania di questo momento.
Incipit
P.G. Sfredda – 04/11/2012
(scritto con base musicale Satie – Gymnopédies – Lent)